The Pyramid of Power – Chapter 4: Hollywood, di Derrick Broze, The Conscious Resistance Network
Quarto capitolo della Piramide del Potere, una serie di documentari in 17 parti che si propone di rispondere alla domanda: Chi governa il mondo?
Il giornalista Derrick Broze esamina le istituzioni e gli individui che cercano di manipolare il nostro mondo a proprio vantaggio.
Presentato da The Conscious Resistance Network
Ricercato, scritto e narrato da Derrick Broze
Montaggio di Jeremy Martin e Becca Godwin
Musica di Pop Vultures
https://thepyramidofpower.net/
https://theconsciousresistance.com/the-pop/
https://thepyramidofpower.net/?pop-chapter=the-hollywood-military-intelligence-complex
https://theconsciousresistance.com/the-conscious-resistance-network-presents-the-pyramid-of-power-ep-4-hollywood/
Tradotto e sottotitolato in italiano da Giulia Rodighiero.
La Piramide del Potere in italiano: https://giuliarodi.com/category/la-piramide-del-potere/
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TRASCRIZIONE
Derrick Broze: Lavorando per dieci anni come giornalista d’inchiesta, il mio lavoro mi ha spinto a condurre un programma radiofonico, a scrivere libri e a produrre numerosi documentari sulle realtà del traffico di bambini, sui pericoli della tecnologia e sulla lotta indigena. Ora, voglio scoprire se esiste una rete di individui e istituzioni che lega queste tematiche. Molti ricercatori ipotizzano l’esistenza di un cartello internazionale che manipola segretamente gli eventi mondiali a proprio vantaggio. Sono queste solo affermazioni di fantasia e delirio paranoico, o c’è davvero un’agenda per manipolare l’umanità secondo le esigenze di una Piramide del Potere?
Capitolo 4: Il complesso formato da Hollywood e dall’apparato militare e di intelligence
I nostri primi tentativi di comprendere come varie istituzioni e individui influenzano il nostro mondo si sono concentrati sul sistema educativo, sui media dell’establishment e sulle grandi aziende tecnologiche. Ognuno di questi elementi della Piramide del Potere ha un’immensa influenza sulle menti e sulle decisioni delle persone in tutto il mondo. Tuttavia, nessun’altra istituzione può avere l’impatto dell’industria cinematografica americana.
Come abbiamo descritto nel Capitolo 2, i servizi segreti degli Stati Uniti hanno ampiamente infettato e influenzato i media tradizionali a partire dagli anni ’50. Questa spaventosa tendenza continua con le relazioni tra l’industria cinematografica, l’apparato militare e la Central Intelligence Agency degli Stati Uniti.
All’inizio del XX secolo, gli studi cinematografici iniziarono a concentrare i loro sforzi nella California meridionale, nell’area che sarebbe diventata conosciuta come Hollywood. Fin dall’inizio, il Dipartimento della Difesa e la comunità di intelligence svilupparono un interesse per utilizzare l’industria cinematografica come mezzo per formare l’opinione pubblica. Alcune delle prime collaborazioni tra Hollywood e i militari USA riguardarono film di propaganda a favore della Seconda Guerra Mondiale, come Winning Your Wings.
Durante la Seconda Guerra Mondiale, l’Office of War Information aprì il Bureau of Motion Pictures per promuovere le relazioni con Hollywood. Tra il 1942 e il 1945 questo ufficio esaminò più di 1600 sceneggiature, rivedendo o abbandonando i progetti che ritraevano il governo degli Stati Uniti in cattiva luce.
Secondo Tanner Mirrlees, professore associato di comunicazione alla Ontario Tech University e autore di Hearts and Mines: The U.S. Empire’s Culture Industry [“Cuori e Mine: L’industria culturale dell’impero americano”], l’ex capo dell’Office of War Information, Elmer Davis, dichiarò:
“Il modo più facile per iniettare propaganda nella mente della maggior parte delle persone è farla passare in un film di intrattenimento, quando non si rendono conto di essere propagandate”.
Altri esempi storici di propaganda nei film includono Berretti verdi [The Green Berets] di John Wayne. Il film fu realizzato dopo che Wayne chiese personalmente al Presidente Lyndon Johnson di aiutarlo a realizzare un film di propaganda sulla guerra del Vietnam. Il Pentagono non solo fornì l’accesso alle attrezzature e alle basi militari, ma si riservò anche l’approvazione finale della sceneggiatura. La cosa più inquietante è che nel film i nordvietnamiti furono ritratti commettere atrocità violente in realtà perpetrate dai soldati americani. Questo è un altro esempio di come il governo degli Stati Uniti e Hollywood abbiano plasmato la realtà per il consumatore di massa ignorante.
Le forze armate americane non sono l’unica agenzia governativa a sviluppare una stretta relazione con Hollywood. Fin dalla sua fondazione, nel 1947, la CIA contribuì ad influenzare la regia dei film in modo che l’agenzia venisse ritratta in modo positivo o che le associazioni negative venissero eliminate. Il predecessore della CIA, l’Office of Strategic Services (OSS), aveva già sviluppato una certa abilità per i film hollywoodiani che glorificavano il lavoro dell’agenzia con film come Eroi nell’ombra [O.S.S.] e Maschere e Pugnali [Cloak and Dagger].
Dopo la Seconda Guerra Mondiale, il Dipartimento della Difesa sviluppò i primi “Uffici per le relazioni con l’intrattenimento” [“Entertainment Liaison Offices”] per fungere da tramite nelle comunicazioni del governo americano agli studi di Hollywood. La CIA istituì pubblicamente un ufficio simile solo nel 1996. Gran parte della collaborazione tra Hollywood e le agenzie governative era incentrata sull’autorizzazione all’uso di luoghi militari e all’accesso alle attrezzature, in cambio della concessione al governo di un certo livello di controllo sulle sceneggiature finali.
Il ricercatore Tom Secker ha scoperto un promemoria del 1958 sui “Film per l’addestramento al controspionaggio” che prevedeva la proiezione dei film L’uomo che non è mai esistito [The Man Who Never Was] e Il delitto del secolo [Walk East on Beacon]. Nel promemoria è chiaro che alcuni film di Hollywood venivano usati per addestrare le nuove reclute.
Secker ha anche contribuito a rivelare altre sorprendenti connessioni tra l’industria dell’intrattenimento e la comunità dei servizi segreti. Nel 1996, un ufficiale della CIA di nome Chase Brandon fu assunto per lavorare direttamente con gli studi di Hollywood per riabilitare l’immagine dell’agenzia. Chase Brandon è anche cugino di primo grado dell’attore Tommy Lee Jones.
Chase Brandon ha dichiarato al Guardian:
“Siamo sempre stati ritratti erroneamente come malvagi e machiavellici”, “ci è voluto molto tempo per sostenere progetti che ci ritraggono nella luce in cui vogliamo essere visti”.
Alcuni dei lavori di Chase Brandon riguardano film molto noti, come il thriller politico di Tom Clancy del 2002 Al vertice della tensione [The Sum of All Fear] con Ben Affleck. La CIA offrì ad Affleck e ai produttori un tour personale del quartier generale della CIA e diede loro accesso a degli analisti. Chase Brandon visitò il set come consulente. Fu anche un assiduo frequentatore del set della serie televisiva Alias, con protagonista l’allora moglie di Affleck, Jennifer Garner, nel ruolo di Sydney Bristow, un agente sotto copertura. La Garner avrebbe girato poi un video promozionale per la CIA.
Nel 2017, Tom Secker e Matthew Alford, professori dell’Università di Bath, pubblicarono il libro National Security Cinema, che fornisce prove inconfutabili della gran influenza che i servizi segreti e l’apparato militare americani hanno esercitato su Hollywood. Il libro si basa su documenti ottenuti tramite delle “Open Records Requests” che descrivono come il Dipartimento della Difesa abbia offerto supporto a più di 800 film tra il 1911 e il 2017.
Tra questi ci sono alcuni dei maggiori film del loro tempo: Transformers, Iron Man, Pirati dei Caraibi, Mission: Impossible e Terminator. La ricerca di Alford e Secker mostra che 7 dei 10 franchise cinematografici di maggior incasso di tutti i tempi hanno beneficiato del supporto del Dipartimento della Difesa e della CIA, tra cui il Marvel Cinematic Universe, James Bond e Fast & Furious.
Per quanto riguarda il franchise dei Transformers, il Dipartimento della Difesa ha pagato i produttori per ottenere “fin dall’inizio un’influenza sulla sceneggiatura”, fornendo loro la più grossa assistenza militare nella storia del cinema, tra cui “dodici tipi di aerei dell’Aeronautica e truppe provenienti da quattro basi diverse.”
National Security Cinema descrive anche come più di 1100 produzioni televisive abbiano ricevuto il sostegno del Pentagono. La maggior parte di queste sono state prodotte dopo l’11 settembre, tra cui Flight 93, Gli eroi del ghiaccio [Ice Road Truckers], Army Wives, 24, Homeland e The Agency. La CIA ha contribuito a circa 60 produzioni cinematografiche e televisive dal 1947.
Nel 2017, Matthew Alford ha concluso che:
“Se includiamo i singoli episodi di lunghe serie come 24, Homeland e NCIS, così come l’influenza di altre importanti organizzazioni come l’FBI e la Casa Bianca, possiamo stabilire inequivocabilmente per la prima volta che lo Stato di sicurezza nazionale ha patrocinato migliaia di ore di intrattenimento”.
La pratica dei consulenti militari o di intelligence nei film di Hollywood è più comune di quanto il consumatore medio di film possa immaginare. Difatti, anche il famoso informatore sulla CIA John Kiriakou si è guadagnato da vivere facendo da consulente a Hollywood. Kiriakou ha fatto parte di una commissione composta da ex ufficiali della CIA, diplomatici e agenti dell’FBI, che rivedevano le sceneggiature su spie o terrorismo per renderle più realistiche.
Tuttavia, questa relazione non si limita a consigliare ai produttori come dipingere lo Stato degli Stati Uniti in una luce favorevole. Al centro della relazione è il rafforzamento dei cosiddetti interessi di “sicurezza nazionale” e la formazione dell’opinione pubblica su eventi storici.
Secondo i documenti, lo Stato degli Stati Uniti ha influenzato i film in tre epoche distinte: 1943-1965, 1966-1986 e 1986 fino ad oggi. Nella prima epoca, le versioni cinematografiche de La fattoria degli animali [Animal Farm] e 1984 di George Orwell furono influenzate direttamente dalla CIA. Durante questo periodo, un uomo di nome Luigi Luraschi era a capo della censura dei Paramount Studios, dove era regolarmente in contatto con un individuo anonimo della CIA.
Lo scopo del contatto era quello di informare la CIA della capacità e del desiderio degli studios di modificare i film per soddisfare le aspettative del governo americano. Ad esempio, un film del 1955, Aquile nell’infinito [Strategic Air Command], fu modificato in modo che gli americani non apparissero come “un sacco di guerrafondai dal grilletto facile”.
Nel 1986, Top Gun ha dato inizio all’era moderna dell’influenza militare e dei servizi segreti nei film di Hollywood. Il film fu un successo promozionale per la Marina degli Stati Uniti con un aumento del 500% degli arruolamenti. Gli autori di National Security Cinema ritengono che questo successo abbia indotto la CIA a rimodernare la strategia per influenzare il pubblico attraverso i film.
Un’elenco di film che hanno ricevuto consulenza e/o supporto (nonché modifiche alla sceneggiatura) include:
The Bourne Identity (2002)
Al vertice della tensione [The Sum of All Fear] (2002)
La regola del sospetto [The Recruit] (2003)
Avatar (2009)
La guerra di Charlie Wilson [Charlie Wilson’s War] (2007)
Contact (1997)
Hotel Rwanda (2004)
The Interview (2014)
The Kingdom (2007)
Lone Survivor (2013)
Regole d’onore [Rules of Engagement] (2000)
Nel 2016, la professoressa Tricia Jenkins ha pubblicato nel suo libro The CIA in Hollywood: How the Agency Shapes Film and Television [“La CIA in Hollywood: Come la CIA influenza i film e la televisione”] dei documenti privati trapelati. Questi documenti dimostrano che, tra gli altri, il film sull’assassinio di Osama bin Laden, Zero Dark Thirty, e il film Argo, sono stati pesantemente influenzati da funzionari governativi per far fare bella figura allo Stato o per minimizzare i suoi errori.
Come parte dell’accordo con i produttori di Argo, Ben Affleck ha avuto il permesso di visitare il quartier generale della CIA a Langley, in Virginia. Tra gli altri attori che hanno visitato il quartier generale della CIA, figurano Robert De Niro, Tom Cruise, Dan Aykroyd, Dean Cain, Will Smith, Claire Danes, Kevin Bacon, Patrick Stewart e Mike Myers.
Matthew Alford: “La guerra di Charlie Wilson” è un ottimo esempio in cui mantengono l’idea che… Oh, stiamo davvero facendo la cosa giusta armando i mujahedin, i precursori dell’organizzazione di Al Qaeda in Afganistan, negli anni ’80…?
Se lo domandano in modo un po’ scherzoso, come nell’ultima didascalia del film “La guerra di Charlie Wilson”, che dice qualcosa tipo “Siamo venuti, abbiamo visto, ma poi abbiamo fatto una cazzata nel gioco finale” o una battuta simile. No, non è quello che avete fatto, e lo sapete perché la sceneggiatura originale e il libro su cui vi siete basati non dicono questo! Avete armato dei terroristi in un conflitto orribile. C’è un’organizzazione dietro tutto questo. A livello sistematico”.[…]
Tricia Jenkins: “Il Dipartimento della Difesa ha giocattoli costosi. Ha sottomarini, portaerei, carri armati e ha il personale per manovrarli. Quindi, se un produttore vuole fare un film di guerra, spesso si rivolge al Dipartimento della Difesa e chiede in prestito queste attrezzature. E il Dipartimento della Difesa dirà: “Forse, ma possiamo vedere la tua sceneggiatura?” e poi potrebbero dire: “Fantastico, ci piace il modo in cui ritraete i militari e vogliamo collaborare con voi”, oppure: “Odiamo il modo in cui ci ritraete e ci rifiutiamo di partecipare”.
Filmati tratti dal servizio di Al Jazeera Covert operations: How the CIA works with Hollywood [“Operazioni sotto copertura: come la CIA lavora con Hollywood”]
L’esempio più recente di come l’apparato militare americano cerchi di influenzare la percezione del pubblico attraverso i film è arrivato all’inizio del 2021, quando è stato rivelato che il Corpo dei Marines ha svolto un ruolo integrale nello sviluppo di Avatar di James Cameron. Quasi 1700 pagine di documenti rilasciati dall’ufficio per le relazioni con i media dell’intrattenimento dei Marines mostrano questa relazione in azione. Un rapporto dell’aprile 2009 descrive come gli ufficiali delle relazioni con Hollywood abbiano “incontrato il regista/scrittore James Cameron”.
Avatar è stato interpretato da alcuni critici come un film contro la guerra, utilizzando il pianeta alieno come metafora di come i militari americani abbiano trattato gli indigeni americani o gli iracheni. Tuttavia, i documenti rivelano che i militari considerano il film come un successo propagandistico, tanto che degli ufficiali delle relazioni con l’intrattenimento furono invitati a parlare ad una tavola rotonda militare al Comic Con nel 2011. Il film piacque così tanto ai militari che organizzarono proiezioni nelle basi e una visita degli attori e produttori come parte del Navy Entertainment Program.
Nonostante la ricchezza di informazioni ora disponibili, il pubblico è ancora in gran parte all’oscuro della reale portata della partecipazione dei militari e dei servizi segreti nell’industria cinematografica. Matthew Alford ha detto che il Corpo dei Marines ha ammesso [ndt: link non più attivo http://www.spyculture.com/docs/US/USMC-email-90-boxes.pdf] di avere in archivio 90 scatole di materiale rilevante. “Sembra che lo Stato sia stato particolarmente attento ad evitare di annotare i dettagli delle effettive modifiche apportate alle sceneggiature nel XXI secolo”.
Ciò che è importante notare è il potere che il cinema e la televisione hanno di formare l’opinione pubblica. La ricercatrice Tricia Jenkins osserva che uno dei motivi per cui la CIA e i militari desiderano essere coinvolti in grossi film come Zero Dark Thirty è perché riconoscono che il pubblico forma in gran parte le proprie opinioni sugli eventi del mondo reale basandosi sulla ricostruzione fittizia di Hollywood.
Nel dicembre 2019 l’ex ufficiale della CIA, diventata rappresentante democratica, Elissa Slotkin fu interrogata sui suoi film preferiti sulla CIA e rispose candidamente che la CIA stava “aiutando Hollywood” a capire la verità sulla CIA.
“Alcuni film sono una follia totale e non rappresentano affatto la realtà. In effetti però la CIA ha un intero ufficio che aiuta Hollywood a capire come rappresentare ciò che accade realmente.”
Elissa Slotkin intervistata da TMZ
A volte le modifiche alla sceneggiatura richieste possono essere sottili, per esempio Tricia Jenkins racconta che il governo americano richiese che la sceneggiatura del film Independence Day del 1996 fosse cambiata in modo che i protagonisti fossero militari anziché civili. Il cambiamento è lieve, ma il messaggio trasmesso al pubblico è potente: i militari, lo Stato degli Stati Uniti, sono loro gli eroi. Ci si deve fidare di loro e sono da idolatrare. Questi film possono rafforzare la narrativa secondo cui lo Stato degli Stati Uniti e le sue varie agenzie sono le autorità che si preoccupano di noi e non possono sbagliare.
Se il pubblico continua a consumare televisione e film senza capire che i militari USA e le agenzie di spionaggio hanno avuto un ruolo nel prodotto finito, continuerà a essere influenzato e diseducato con la scusa di guardare un intrattenimento innocuo.
Soluzioni: Distaccarsi dal complesso formato da Hollywood e dall’apparato militare e di intelligence
Le soluzioni al complesso formato da Hollywood e dall’apparato militare e di intelligence sono semplici. La soluzione più semplice per coloro che cercano di ripulire la propria mente dalla potenziale propaganda dell’apparato militare americano, delle agenzie di intelligence e di altri elementi della Piramide del Potere è semplicemente quella di staccare la spina. Staccarsi dal complesso formato da Hollywood e dall’apparato militare e di intelligence rifiutandosi di consumare la loro propaganda. Questo potrebbe essere estremo per alcuni, ma per altri sarà la soluzione appropriata.
Come minimo, prenditi del tempo per diventare l’unico a controllare il tuo cuore e la tua mente. Per farlo, devi iniziare a mettere in discussione le tue opinioni e le tue conoscenze. Chiediti quanta parte della tua visione del mondo è stata formata, consciamente o inconsciamente, da ciò che hai visto in televisione e nei film fin da quando eri bambino. Più scavi e indaghi, potresti arrivare alla conclusione che Hollywood ha plasmato i nostri pensieri da quando eravamo bambini e abbiamo visto il nostro primo film Disney.
Per esempio, forse la tua idea di come una madre e un padre dovrebbero interagire è stata fortemente influenzata dalle serie TV che guardavi da bambino. O forse le tue opinioni su come una coppia dovrebbe comportarsi quando si innamora, o su quali siano i vestiti, gli stili e la musica più in voga, sono state tutte formate dalle immagini che ti sono passate davanti agli occhi sul piccolo e grande schermo.
Il punto è che più sei in sintonia con le tue preferenze e con i tuoi pensieri, più puoi consumare questi contenuti con un occhio scettico. Questo non significa che non potrai mai più goderti un film o un programma TV, ma significa che ti conviene guardarlo con discernimento piuttosto che assorbirlo ciecamente. Se vogliamo essere liberi dalla propaganda che mira a darci una versione distorta della storia, della cultura o semplicemente a venderci un prodotto, dobbiamo fare dei passi per riappropriarci dei nostri cuori e delle nostre menti. Impegnandoci in questo modo, potremo liberarci dalla propaganda di Hollywood, dalla censura delle Big Tech, dai media dell’establishment e dal sistema educativo gestito dallo Stato.
Per continuare la tua ricerca su questo argomento, ti consigliamo di leggere:
National Security Cinema: The Shocking New Evidence of Government Control in Hollywood [“National Security Cinema: Le nuove prove scioccanti del controllo dello Stato su Hollywood”] di Matthew Alford e Tom Secker
e The CIA in Hollywood: How the Agency Shapes Film and Television [“La CIA in Hollywood: Come la CIA influenza i film e la televisione”] di Tricia Jenkins.