The Pyramid of Power – Chapter 8: Food as a Weapon, di Derrick Broze, The Conscious Resistance Network
Ottavo capitolo della Piramide del Potere, una serie di documentari in 17 parti che si propone di rispondere alla domanda: Chi governa il mondo?
Il giornalista Derrick Broze esamina le istituzioni e gli individui che cercano di manipolare il nostro mondo a proprio vantaggio. In questo capitolo, Derrick Broze esplora la presa della produzione alimentare, la storia del cibo come arma da guerra, gli alimenti geneticamente modificati e altro ancora.
Presentato da The Conscious Resistance Network: https://theconsciousresistance.com/
Ricercato, scritto e narrato da Derrick Broze
Montaggio di Jeremy Martin, Becca Godwin e Ben Mathie
Musica di Pop Vultures
https://thepyramidofpower.net/
https://theconsciousresistance.com/the-pop/
https://thepyramidofpower.net/?pop-chapter=food-as-a-weapon
https://theconsciousresistance.com/the-pyramid-of-power-chapter-8-food-as-a-weapon/
Tradotto e sottotitolato in italiano da Giulia Rodighiero.
La Piramide del Potere in italiano: https://giuliarodi.com/category/la-piramide-del-potere/
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TRASCRIZIONE
Il mio nome è Derrick Broze. Negli ultimi dieci anni ho lavorato come giornalista d’inchiesta, conducendo un programma radiofonico, scrivendo libri e producendo numerosi documentari sulle realtà del traffico di bambini, sui pericoli della tecnologia e sulla lotta indigena. Ora, voglio scoprire se esiste una rete di individui e istituzioni che lega queste tematiche. Molti ricercatori ipotizzano l’esistenza di un cartello internazionale che manipola segretamente gli eventi mondiali a proprio vantaggio. Sono queste solo affermazioni di fantasia e delirio paranoico, o c’è davvero un’agenda per manipolare l’umanità secondo le esigenze della Piramide del Potere?
Capitolo 8: Il Cibo come Arma
Nel nostro percorso attraverso la Piramide, siamo venuti a conoscenza delle agenzie catturate della FCC, che prendono ordini da Big Wireless. Abbiamo anche esplorato il ruolo che i titani di Big Oil hanno nel plasmare non solo l’industria petrolifera, ma anche la finanza, la geopolitica e persino la medicina. Abbiamo trovato i nomi dei Rockefeller e dei Rothschild disseminati nelle storie di queste istituzioni.
In questo capitolo esamineremo le affermazioni sul coinvolgimento di questi stessi personaggi nell’industria agricola e alimentare. Alcuni ricercatori ritengono che questi cartelli stiano cercando di manipolare, e forse anche di controllare, la produzione alimentare mondiale. Scopriremo se le paure degli alimenti geneticamente modificati sono fondate e se i governi hanno usato e potrebbero usare ancora il cibo come arma.
L’attuale paradigma alimentare e agricolo
L’attuale sistema di produzione alimentare in gran parte del mondo moderno prevede in genere la coltivazione di alimenti su scala di massa (ciò che è spesso noto come agricoltura industriale o di fabbrica) concentrandosi sulla massimizzazione della produzione e dei profitti e sulla minimizzazione dei costi. Questa agricoltura intensiva spesso comporta l’uso massiccio di pesticidi tossici su colture geneticamente modificate. Degli oltre 9 miliardi di animali allevati ogni anno per l’alimentazione negli Stati Uniti, la stragrande maggioranza è allevata in allevamenti industriali, i più grandi dei quali sono chiamati anche Concentrated Animal Feeding Operations o CAFO.
I CAFO sono allevamenti su larga scala in cui gli animali sono tenuti in recinti ristretti, senza potersi muovere liberamente o pascolare sui prati. Polli, maiali e mucche sono allevati nei CAFO. Negli ultimi anni, le critiche sulle carenze di questo tipo di allevamenti si sono fatte sempre più sentire. Non solo questi allevamenti sono avvilenti e pericolosi per gli animali, ma contribuiscono notevolmente all’inquinamento delle comunità locali che li circondano. La fonte principale di questo inquinamento è rappresentata dagli oltre 440 milioni di tonnellate di cacca generati ogni anno dagli animali confinati negli Stati Uniti. Per legge, i CAFO non sono tenuti a trattare questi rifiuti. Nonostante le prove evidenti dei danni all’ambiente e alla salute umana, i CAFO continuano a utilizzare sistemi di lagunaggio e di irrorazione del letame. Nel 1972, il Congresso degli Stati Uniti approvò il moderno Clean Water Act e incaricò l’EPA di regolamentare i CAFO. Tuttavia, gli attuali standard dell’EPA consentono alle lagune di continuare a inquinare grazie a scappatoie che permettono ai CAFO di continuare a esistere.
Inoltre, negli Stati Uniti, quasi tutti gli aspetti del sistema di produzione industriale di alimenti animali sono altamente concentrati e controllati da pochi megaproduttori. Secondo un rapporto del 2019 di Open Markets intitolato “Cibo e Potere: La monopolizzazione del sistema alimentare americano”, quasi tutte le sementi, i pesticidi e gli erbicidi acquistati dagli agricoltori provengono da una manciata di grandi aziende agricole. Il rapporto afferma che:
“Negli ultimi due decenni, l’allargarsi del consolidamento ha coinciso con un aumento dei prezzi dei fattori di produzione agricoli più rapido rispetto ai prezzi che gli agricoltori ricevono per i loro raccolti. I semi sono spesso progettati per terminare, o per non germinare, dopo un raccolto, costringendo gli agricoltori ad acquistare nuovi semi ogni stagione. Inoltre, le multinazionali ottengono il controllo sui produttori attraverso l’abbinamento di sementi e prodotti chimici che spingono gli agricoltori in un “tapis roulant di pesticidi”, in cui dipendono dalle multinazionali per lo sviluppo sia delle sementi che dei prodotti chimici di supporto per produrre un raccolto sano. Questo sistema di sementi e prodotti chimici combinati aumenta anche i costi di produzione degli agricoltori: i dati dell’USDA mostrano che il costo per acro delle sementi di soia e di mais è aumentato drasticamente tra il 1995 e il 2014, rispettivamente del 351% e del 321%”.
L’attuale sistema alimentare convenzionale, con il suo commercio tossico, violento e monopolizzato, è nato dalla Rivoluzione Verde degli anni Cinquanta e Sessanta. Il presidente messicano Manuel Ávila Camacho invitò la Fondazione Rockefeller a entrare nel Paese per studiare e modernizzare l’agricoltura messicana. Nel 1943, Norman Borlaug, genetista delle piante, e il suo team di ricercatori si recarono in Messico e diedero il via alla cosiddetta Rivoluzione Verde. Borlaug era finanziato dalla Fondazione Rockefeller e dalla Fondazione Ford, entrambe interessate a stabilire standard agricoli internazionali a vantaggio dei loro conti bancari.
Sebbene la Rivoluzione Verde sia spesso presentata come un successo, grazie all’aumento dei raccolti e all’apparente calo della mortalità infantile, un numero crescente di prove indica che l’abbondante uso di pesticidi ha causato un aumento degli effetti negativi sulla salute, tra cui il cancro. La cosa più tristemente nota è che l’erbicida più usato al mondo, il glifosato, un prodotto del gigante dell’agricoltura Monsanto, ora di proprietà della Bayer, è stato collegato a una serie di casi di cancro e ha causato all’azienda diversi risarcimenti miliardari. La Bayer spera di arginare la marea di cause legali portando la questione alla Corte Suprema.
È importante notare che le stesse megacorporations coinvolte nella Petroligarchia e in Big Pharma sono anche le forze trainanti della Rivoluzione Verde. La Standard Oil dei Rockefeller e i suoi partner dell’industria dei fertilizzanti, in particolare DuPont, Dow Chemical e Hercules Powder, trassero molti benefici da questa apparente rivoluzione agricola. Tuttavia, quando una nazione povera del “terzo mondo” non poteva permettersi le nuove tecnologie necessarie per partecipare ai programmi, la Chase Manhattan Bank, controllata dai Rockefeller, si alleava con la Banca Mondiale e il Fondo Monetario Internazionale per offrire prestiti, che a loro volta garantivano alle banche la proprietà di risorse e attività finanziarie nel caso in cui le nazioni non fossero riuscite a saldare il debito.
Un altro risultato della Rivoluzione Verde è la cosiddetta Rivoluzione Genetica, che ha reso popolare l’uso di organismi geneticamente modificati, gli OGM, o alimenti geneticamente modificati. Ancora una volta, i personaggi coinvolti nella Rivoluzione Genetica sono identici a quelli della Rivoluzione Verde: il cartello di Big Pharma e la Petroligarchia. La IG Farben, connessa con i Rockefeller e i nazisti, possiede le società sussidiarie Bayer CropScience e BASF PlantScience che lavorano con Dow AgroScience, DuPont Biotechnology e la famigerata Monsanto. Tutte queste società beneficiano dei finanziamenti della Fondazione Rockefeller, della Fondazione Ford, della Fondazione Bill & Melinda Gates e di altre organizzazioni simili.
OGM: Sicuri o pericolosi?
Prima di proseguire, spieghiamo cos’è un OGM. Un OGM è un organismo il cui patrimonio genetico è stato alterato mediante l’ingegneria genetica e, nello specifico, un organismo che è stato alterato in un modo che non si verifica naturalmente attraverso l’accoppiamento o la ricombinazione naturale. Anche se l’argomento è molto più vasto di quello che possiamo spiegare qui, la storia è più o meno la stessa della Rivoluzione Verde: i sostenitori dicono che ha aumentato i raccolti e ha fatto uscire gli agricoltori dalla povertà, mentre i critici dicono che la Rivoluzione Verde in generale, e gli OGM in particolare, hanno portato a un aumento dell’uso di pesticidi e a una serie di potenziali problemi di salute.
Quanto sono vere queste affermazioni? L’opinione comune è che gli OGM siano assolutamente sicuri e che chiunque suggerisca il contrario sia un pazzo anti-scienza. Esistono numerosi siti scientifici dedicati a sfatare i danni provocati dagli OGM e non si viene considerati persone credibili e intelligenti se si mette in dubbio la sicurezza di questa tecnologia.
Guardiamo cosa affermano i critici degli OGM. I problemi includono la contaminazione degli alimenti non geneticamente modificati, l’influenza delle aziende BioTech e Big Ag sui regolatori governativi, il controllo della produzione alimentare da parte di queste stesse aziende, l’uso di erbicidi con glifosato e le accuse di “giocare a fare Dio” ingegnerizzando i geni di varie forme di vita. Alcuni critici si preoccupano anche per le implicazioni di brevetti e diritti di proprietà intellettuale applicati a piante e semi.
La resistenza agli alimenti OGM e a Monsanto è culminata nella Marcia Internazionale contro Monsanto, svoltasi in centinaia di città in tutto il mondo il 25 maggio 2013. Persone in tutto il mondo hanno chiesto l’etichettatura degli alimenti contenenti OGM.
Signora Presidente, si tratta di un emendamento molto moderato. Dice che il popolo americano deve avere il diritto di sapere cosa c’è nel cibo che loro e i loro figli mangiano e se quel cibo contiene prodotti geneticamente modificati. Questo emendamento concede agli Stati la facoltà di etichettare gli alimenti geneticamente modificati. Non è un mandato, ma concede agli Stati questo diritto, cosa che tra l’altro sta avvenendo in 49 Paesi del mondo. Se i cittadini inglesi, tedeschi, francesi… e decine e decine di altri Paesi hanno etichette che permettono ai loro cittadini di sapere se stanno mangiando alimenti con prodotti geneticamente modificati, uno Stato degli Stati Uniti dovrebbe avere lo stesso diritto. Chiedo di votare “sì”.
Bernie Sanders (2012) – guarda il video qui (:35-1:25)
L’opposizione è cresciuta costantemente durante la presidenza di Barack Obama, quando l’opinione pubblica si è stancata del rapporto a porte girevoli tra la Monsanto e la Casa Bianca. Questa pratica era iniziata prima dell’amministrazione Obama, con le amministrazioni Bush e Clinton che avevano entrambe rapporti favorevoli con i dirigenti di Monsanto, Syngenta, Dow, DuPont e altre aziende di biotecnologie e pesticidi.
Sebbene gran parte dell’opposizione agli OGM sia incentrata sulle agenzie governative catturate e sui conflitti di interesse, la maggior parte dei problemi sembra derivare dal timore di danni alla salute umana causati dal consumo di alimenti derivati dall’ingegneria genetica. Uno dei principali studi che ha dimostrato i potenziali danni alla salute è lo studio Seralini del 2012, dal nome del ricercatore principale. Lo studio, pubblicato originariamente sulla rivista scientifica Food and Chemical Toxicology, ha fatto notizia quando ha riferito che i ratti studiati per 2 anni, esposti al mais della Monsanto geneticamente modificato per resistere al glifosato, sono morti 2-3 volte di più rispetto ai ratti che non mangiavano mais OGM. Lo studio affermava anche che i ratti femmina sviluppavano tumori più spesso dei ratti nutriti con mais non OGM. Le immagini dei grossi tumori dei ratti diventarono virali e si diffusero su Internet.
La controversia fu rapidamente seguita da reclami da parte di varie aziende pro-OGM e di autorità di regolamentazione alimentare. I detrattori sostenevano che gli scienziati erano dei truffatori, o che il ratto Sprague-Dawley usato nell’esperimento aveva un’alta incidenza di tumori e che quindi gli OGM non potevano essere incolpati dei risultati. In breve tempo, Food and Chemical Toxicology ritrattò lo studio di Seralini e al pubblico fu detto che gli OGM erano totalmente sicuri. E questa fu la fine della saga di Seralini.
In realtà, nonostante i media abbiano riportato la ritrattazione dello studio, la verità è un po’ più complessa.
Sebbene i redattori di Food and Chemical Toxicology abbiano affermato di ritenere che il tipo di ratto utilizzato abbia influenzato l’esperimento, non respinsero del tutto i risultati dello studio. Infatti, nella ritrattazione si legge: “In definitiva, i risultati presentati (pur non essendo errati) sono inconcludenti e quindi non raggiungono la soglia di pubblicazione per Food and Chemical Toxicology”. Persino l’affermazione che i risultati inconcludenti non raggiungono la soglia di pubblicazione sulla rivista sembra essere una bugia, visto che ci sono altri studi pubblicati anch’essi con risultati inconcludenti, compresi altri studi che interessano lo stesso mais OGM della Monsanto.
Il ricercatore William Engdahl ha anche sottolineato gli evidenti conflitti di interesse emersi nei mesi successivi alla pubblicazione dello studio di Seralini. Engdahl scrive:
“Poi, di punto in bianco, nel maggio 2013, sei mesi dopo la pubblicazione dello studio Seralini, Elsevier annunciò di aver creato una nuova posizione, ‘Associate Editor for Biotechnology’. La persona assunta fu Richard E. Goodman, un ex dipendente della Monsanto che aveva lavorato anche per l’organizzazione di lobby pro-OGM della Monsanto, l’International Life Sciences Institute (ILSI), che sviluppa metodi di valutazione del rischio favorevoli all’industria per gli OGM e i contaminanti chimici degli alimenti e li inserisce nei regolamenti governativi.
Poi, il 24 novembre 2013, sei mesi dopo che Goodman aveva assunto il controllo delle questioni relative agli OGM all’interna della rivista, il dottor A. Wallace Hayes, direttore della rivista Food and Chemical Toxicology, avrebbe deciso di ritrattare lo studio del team del professor Seralini”.
Dopo aver avuto lo studio ritrattato e il nome infangato, il professor Seralini vinse una causa per diffamazione contro una rivista che aveva definito la ricerca condotta da lui e dal suo team una “frode scientifica”. Inoltre, nel 2014, il suo team ripubblicò lo studio sulla rivista Environmental Sciences Europe. I ricercatori ancora una volta utilizzarono il tipo di ratto Sprague-Dawley, un fatto che riconoscono, pur notando che il ratto è “raccomandato per i test di tossicologia cronica dal National Toxicology Program negli USA” ed utilizzato anche dalla stessa Monsanto nel loro studio di 90 giorni.
Nella conclusione dello studio scrivono:
“Nel complesso, i significativi disturbi biochimici e i fallimenti fisiologici documentati in questo lavoro… dimostrano che la conclusione degli autori della Monsanto secondo cui le indicazioni iniziali di tossicità per gli organi riscontrate nel loro esperimento di 90 giorni non erano ‘biologicamente significative’, non è giustificabile”.
“Suggeriamo che gli OGM agricoli commestibili e le formulazioni complete di pesticidi debbano essere valutati a fondo in studi a lungo termine per misurarne i potenziali effetti tossici.”
Corruzione della scienza
Ancora una volta, abbiamo un esempio dei media che travisano una storia, in questo caso uno studio scientifico, e delle corporations che hanno da perdere da questa storia che fanno pressione sulla comunità scientifica per apportare modifiche. Come abbiamo dimostrato in precedenza in questa serie, i media dell’establishment sono uno strumento dell’élite e delle agenzie di spionaggio. Inoltre, come nel caso della corruzione della scienza da parte di Big Wireless e del cartello medico, gli studi scientifici possono essere modificati, la ricerca può essere de-finanziata e gli scienziati minacciati, fino a quando non si ottiene un risultato favorevole.
Il semplice fatto è che le agenzie che dovrebbero regolare o proteggere il nostro cibo e l’ambiente, l’USDA, l’FDA e l’EPA negli Stati Uniti, e agenzie simili in tutto il mondo, sono in gran parte catturate allo stesso modo della FCC, del CDC e di altre agenzie federali.
Per un motivo o per l’altro, queste agenzie sembrano determinate a ignorare, mettere a tacere o screditare le ricerche che indicano i potenziali pericoli degli OGM o dei pesticidi. Ad esempio, Jonathan Lundgren, un entomologo che lavorava per il Dipartimento dell’Agricoltura degli USA (USDA), ha fatto denuncia come whistleblower contro il suo datore di lavoro per aver soppresso le sue ricerche, secondo le quali alcuni pesticidi potrebbero avere effetti sulle popolazioni di api e farfalle. L’USDA ha cercato di respingere la denuncia di Lungren in quanto “frivola” e basata su accuse “speculative e prive di fondamento”. Tuttavia, il tribunale si è pronunciato a favore di Lundgren.
Lundgren aveva originariamente presentato un reclamo interno nel settembre 2014, accusando l’USDA di ritorsioni nei suoi confronti a causa delle sue ricerche. Il reclamo fu respinto dall’USDA e Lundgren fu sospeso nell’ottobre 2014. Fu sospeso per tre giorni dopo che gli investigatori dell’USDA trovarono delle e-mail tra il suo staff di ricerca che includevano battute indecenti. Il 28 ottobre 2015, Lundgren presentò un reclamo al Federal Merit Systems Protection Board dopo che i suoi superiori avrebbero iniziato a “ostacolare o scoraggiare le sue ricerche e le conseguenti pubblicazioni”. Il reclamo di Lundgren sosteneva che i suoi superiori lo avevano sospeso come ritorsione per le sue ricerche sui pesticidi neonicotinoidi e per le sue richieste di indagini sia sull’USDA che sull’Agenzia per la protezione dell’ambiente.
L’esperienza di Jonathan Lundgren non sembra essere isolata. Secondo il Public Employees for Environmental Responsibility (PEER), l’organizzazione che rappresenta Lundgren, almeno 10 scienziati dell’USDA sono stati indagati o hanno subito altre conseguenze a causa di ricerche che mettono in dubbio la sicurezza di alcuni prodotti chimici per l’agricoltura. Nel 2015, il PEER presentò una petizione legale al Dipartimento dell’Agricoltura degli Stati Uniti per ottenere nuove regole che rafforzino la tutela del lavoro degli scienziati di enti pubblici le cui ricerche mettono in dubbio la sicurezza dei prodotti chimici agricoli.
Alla fine del dicembre 2016, alcuni ricercatori dell’Istituto nazionale francese per la ricerca agricola confermarono le accuse di conflitti di interesse nella ricerca sugli OGM. Lo studio rilevò che quasi la metà degli studi sulle colture geneticamente modificate presentava conflitti di interesse. Lo studio concluse anche che gli studi sugli OGM con conflitti di interesse avevano una maggiore probabilità di trarre conclusioni a favore degli alimenti geneticamente modificati o ingegnerizzati.
I ricercatori esaminarono 579 studi pubblicati e scoprirono che circa il 40% presentava almeno un conflitto di interessi. In questi casi il conflitto era tipicamente legato al fatto che una persona coinvolta nello studio era anche dipendente di un’azienda produttrice di OGM o aveva ricevuto fondi direttamente da una tale azienda. Il direttore della ricerca dell’Istituto nazionale francese per la ricerca agricola (INRA) dichiarò ai media: “Pensavamo di trovare dei conflitti di interesse, ma non pensavamo di trovarne così tanti”.
Sono questi conflitti di interesse che hanno portato gran parte dell’opinione pubblica a considerare con scetticismo le dichiarazioni ufficiali sulla sicurezza dei cibi OGM. Sebbene la FDA abbia fatto pochissimi sforzi per etichettare gli alimenti OGM come potenzialmente pericolosi, documenti della FDA mai pubblicati prima mostrano che l’agenzia era a conoscenza dei possibili rischi per l’uomo già nel 1991. Questi documenti sono stati resi noti grazie a una causa intentata da Steven Druker, avvocato di interesse pubblico e direttore esecutivo dell’Alliance for Bio-Integrity (ABI). Druker ha ottenuto 44.000 pagine di messaggi, promemoria e rapporti dalla FDA e li ha pubblicati nel suo libro Altered Genes, Twisted Truth.
Uno di questi documenti, lo “Statement of Policy” del 1992 della FDA: “Alimenti derivati da nuove varietà di piante”, affermava che l’agenzia non era “a conoscenza di alcuna informazione” che dimostrasse che gli OGM differissero “in modo significativo” dagli altri alimenti, nonostante ci fossero promemoria che dimostravano che i ricercatori avevano effettivamente dei dubbi sulla sicurezza degli OGM. Un funzionario della FDA scrisse che l’agenzia “stava cercando di infilare un piolo quadrato in un buco rotondo… cercando di forzare la conclusione finale che non c’è alcuna differenza tra gli alimenti modificati dall’ingegneria genetica e quelli modificati dalle pratiche di riproduzione tradizionali. I processi di ingegneria genetica e di riproduzione tradizionale sono diversi e, secondo gli esperti tecnici dell’agenzia, comportano rischi diversi”.
È evidente che c’è dell’altro quando si tratta della sicurezza degli alimenti geneticamente modificati e dei pesticidi. Se si guarda al di là dei titoli dei media, si vede che la scienza non è stabilita.
Il cibo come un arma da guerra
Un’ultima area di ricerca estremamente pertinente alla conversazione su ciò che potrebbe essere definito “Big Food” è la storia del cibo usato come un’arma in tempo di guerra. Nella storia moderna e antica, abbiamo esempi di nazioni in guerra che hanno usato il cibo come mezzo per distruggere il nemico o rafforzare gli alleati. Fornire o negare accesso al cibo durante un conflitto ha lo stesso potere di armi, droni e missili. Controllare l’accesso al cibo dell’avversario è importante in guerra e può anche essere una tattica di contrattazione. A volte il cibo viene usato come arma distruggendo un raccolto o impedendo che venga spedito in altri luoghi. L’espressione “salare la terra” nasce dall’usanza di spargere sale nel terreno di una terra conquistata per impedire alle colture di crescere nuovamente.
Gli Stati Uniti hanno usato il cibo come strumento di politica estera, fornendo aiuti alle nazioni che seguono i programmi favoriti dagli Stati Uniti e dai loro alleati e introducendo embarghi e tariffe sugli alimenti per le nazioni che non li rispettano. Negli ultimi anni si è anche discusso sull’uso del cibo per ricattare le nazioni affinché adottino programmi di controllo della popolazione.
Gli Stati Uniti, attraverso l’Agency of International Development (AID), hanno rapidamente aumentato il sostegno ai programmi di pianificazione demografica e familiare in tutti i paesi in via di sviluppo.
Dott. R.T. Ravenholt, Office of Population, AID
Potrebbe sembrare una follia, ma un promemoria del 1974 redatto dall’ex Segretario di Stato Henry Kissinger delinea l’intero piano. Il memorandum si chiama: “Studio per la Sicurezza Nazionale Memorandum 200: Implicazioni della crescita demografica mondiale per la sicurezza e gli interessi degli Stati Uniti all’estero (NSSM200)” e fu redatto da Kissinger per il Consiglio di Sicurezza Nazionale degli Stati Uniti.
Il memorandum si concentra sull’“importanza fondamentale” delle misure di controllo della popolazione e della promozione di misure contraccettive in 13 nazioni popolose note come “Paesi meno sviluppati”. L’argomentazione è che la crescita socio-politica ed economica di questi Paesi è vitale per gli interessi nazionali degli Stati Uniti, poiché “l’economia americana richiederà sempre più minerali dall’estero” e questi Paesi possono produrre forze di opposizione destabilizzanti contro gli Stati Uniti.
Il rapporto Kissinger parla di come esistesse già un precedente per “tenere conto dei risultati della pianificazione familiare nella valutazione dei requisiti di assistenza da parte dell’USAID”. Il rapporto prosegue affermando che la distribuzione di risorse scarse dovrebbe “tenere conto dei passi che un Paese sta compiendo nel controllo della popolazione e nella produzione alimentare”. Il documento rileva inoltre che è importante “evitare l’apparenza di coercizione”, ma allo stesso tempo parla anche di “programmi obbligatori”.
Il documento esamina anche se il cibo possa essere considerato “uno strumento di potere nazionale”. Si legge nel documento: “Gli Stati Uniti sono disposti ad accettare il razionamento del cibo per aiutare i popoli che non possono/vogliono controllare la loro crescita demografica?”.
Naturalmente, va notato che Henry Kissinger, ex Segretario di Stato, è un collaboratore di lunga data dei Rockefeller e dei loro piani.
La nostra conversazione è iniziata con la Rivoluzione Verde e la Rivoluzione Genetica guidate da Rockefeller, e ora chiudiamo il cerchio con l’ultima iniziativa di Rockefeller, Reset the Table. La Fondazione Rockefeller sostiene che il COVID-19 e le perdite economiche dovute ai lockdown hanno “peggiorato e reso più evidenti le conseguenze negative del sistema alimentare”. La Fondazione osserva che il COVID-19 ha presentato il momento per “trasformare il sistema alimentare americano”.
Il documento dei Rockefeller, intitolato: “Reset the Table: Cogliendo il momento per trasformare il sistema alimentare americano”, delinea come la Fondazione Rockefeller possa ancora una volta usare il suo denaro e la sua influenza per plasmare la direzione di un’industria importante, questa volta il sistema alimentare stesso. Ironicamente, il documento Reset the Table rileva anche che la Fondazione Rockefeller “ha avuto un ruolo nell’iniziare e nel formare” la Rivoluzione Verde, ma anche che la Rivoluzione Verde ha lasciato in eredità “un’eccessiva enfasi sui cereali di base a scapito di alimenti più ricchi di sostanze nutritive”, e una “dipendenza da fertilizzanti chimici che impoveriscono il suolo e un uso eccessivo dell’acqua”. Senza alcuna vergogna, i Rockefeller e i loro simili si presentano come la soluzione ai problemi a cui hanno contribuito o che hanno creato.
Utilizzando lo stesso linguaggio fiorito e le stesse parole alla moda che hanno permesso loro di infiltrarsi e di conquistare il sistema educativo, l’industria petrolifera e il settore medico, sono riusciti a ottenere il controllo delle grandi istituzioni che praticano l’allevamento e l’agricoltura in modo violento, distruttivo e costoso. Questo pericoloso cartello monopolistico si è impadronito di molti organismi di regolamentazione nazionali e internazionali progettati per proteggere il pubblico e la produzione alimentare. Gli attori coinvolti in questa parte della Piramide del Potere continuano inoltre a usare le loro risorse e le loro conoscenze per sopprimere quelle ricerche che mettono in cattiva luce i loro prodotti e investimenti, compresi gli OGM e i pesticidi. Infine, questi elementi criminali ritengono chiaramente che il cibo possa, e anzi DEBBA essere usato come strumento di negoziazione o come strumento per costringere le popolazioni a rispettare le regole.
Soluzioni: Sistemi alimentari localizzati e decentralizzati
Imparare a identificare le persone e le istituzioni che compongono la Piramide è solo una delle componenti essenziali di questo percorso. Il secondo passo, altrettanto importante, consiste nell’individuare e attuare soluzioni che possano aiutare le masse a liberarsi da queste persone immorali e dalla loro corruzione.
Una soluzione che si applica a tutti gli aspetti della Piramide è quella di continuare a mettere in discussione le autorità e le fonti ufficiali. Come per le indagini precedenti, vediamo che fidarsi ciecamente della scienza di Stato o della ricerca finanziata dall’industria è un errore. È molto facile ignorare gli avvertimenti di scienziati e professionisti della salute che mettono in guardia dai problemi di salute e dai danni ambientali causati dall’agricoltura industriale, dai pesticidi e dagli alimenti geneticamente modificati, soprattutto quando sono i media e le organizzazioni scientifiche mainstream a dirci cosa pensare. Questo non significa che non ci si debba mai fidare dei media convenzionali o della scienza mainstream, così come non ci si deve sempre fidare di loro. Il punto importante dovrebbe essere l’impiego del pensiero critico, l’uso del discernimento e l’adozione di una visione sfumata, invece di una semplice visione in bianco e nero.
Un’altra soluzione per liberarsi dal sistema agricolo industriale e dall’inefficiente sistema di distribuzione alimentare è iniziare a coltivare il proprio cibo. Sia che si inizi con un orto nel giardino, o che si diventi soci di un orto comunitario, o di un gruppo di Agricoltura Sostenuta dalla Comunità (CSA), il punto è localizzare il proprio cibo. Sostenendo o costruendo reti agricole locali e decentralizzate si toglie potere a Big Ag e a Big Food. Allo stesso tempo, si costruisce una sicurezza alimentare locale, assicurando che la propria comunità non dipenda dalle catene di supermercati per tutto il cibo. L’agricoltura locale basata sui principi della permacultura è anche migliore per l’ambiente e la fauna selvatica.
Mentre alcuni possono scegliere di trovare un gruppo di persone con idee simili alle loro, lasciare le città e i paesi, comprare della terra e costruire il loro paradiso di permacoltura, altri scelgono di restare in città e costruire reti di agricoltura urbana e di distribuzione alimentare. La chiave è interrompere qualsiasi dipendenza dai sistemi di produzione e distribuzione alimentare tradizionali. Se le nostre comunità internazionali continuano a permettere che la comodità dei supermercati dalle scelte infinite ci distragga dal lavoro sempre più necessario di costruire una sicurezza alimentare, resteremo asserviti ai titani dell’industria che mirano a manipolare il mondo attraverso la tecnologia, l’energia, la medicina e il cibo.
Dobbiamo continuare a mettere in discussione i piani che ci mettono davanti e ricordare che ciò che mettiamo nel nostro corpo, ciò che scegliamo di usare come nutrimento per il nostro ‘contenitore’, determina la direzione della nostra salute mentale, fisica e spirituale. Non possiamo affidare la nostra salute a chi crede nell’uso del cibo come arma. Dobbiamo ricordarci di usare il cibo come medicina. Dobbiamo sostenere le aziende agricole locali e decentralizzate, in modo da poter coltivare cibi biologici e ricchi di sostanze nutritive e fornirli a quelle comunità che storicamente hanno dovuto affrontare il deserto alimentare. Questa è la chiave per sfuggire al sistema alimentare distruttivo, geneticamente modificato e pieno di pesticidi. Questa è la chiave per sfuggire alla Piramide del Potere.
Per una comprensione più approfondita degli OGM, dei pesticidi e della presa della produzione alimentare, consigliamo di guardare:
Il documentario Il Mondo Secondo Monsanto
The Technocratic, Transhumanist Total Takeover of Food [La presa totale tecnocratica e transumanista del cibo] di Ice Age Farmer
Genetic Fallacy: How Monsanto Silences Scientific Dissent [Fallacia genetica: come Monsanto mette a tacere il dissenso scientifico] di James Corbett
Per informazioni sulla Permacoltura visita:
Discover Permaculture [o in italiano: https://www.permacultura.it/index.php/en/cosa-e]
Per la permacoltura indigena: The International Institute of Indigenous Science
*Ndt: Per un orto biologico basato sul buon senso e praticità: https://tendingmygarden.com/
Puoi iniziare da qui: https://tendingmygarden.com/organic-garden-smarter-and-easier-enjoy-success-by-using-my-3-keys/ – versione in italiano coming soon!